Riformare il lavoro nella PA
Lo scopo della nostra proposta è rendere l’impiego pubblico più competitivo, prestigioso ed efficiente. Come fare? Riformiamo i concorsi pubblici; Rendiamo il lavoro nella PA più prestigioso, competitivo e meritocratico; Una PA che crei (e non…
Lo scopo della nostra proposta è rendere l’impiego pubblico più competitivo, prestigioso ed efficiente.
Come fare?
- Riformiamo i concorsi pubblici;
- Rendiamo il lavoro nella PA più prestigioso, competitivo e meritocratico;
- Una PA che crei (e non distrugga) valore
1. Riformiamo i concorsi pubblici
I concorsi pubblici vanno modernizzati. In tale prospettiva si propone, per l’accesso a tutte le posizioni medio-alte della Pubblica Amministrazione (le attuali categorie C e D), un sistema di corsi-concorso:
- per ogni diverso tipo di Ente (Amministrazioni centrali, ruoli impiegatizi nella scuola e nella sanità, enti locali, …);
- per ogni diversa professionalità necessaria (in un Comune, per es.: servizi demografici, tributi, ufficio urbanistica, ..).
Tali corsi-concorso dovrebbero prevedere un numero chiuso su base nazionale, determinato in base ai fabbisogni di personale manifestati da ogni Amministrazione: potrebbe prevedersi, per l’accesso a tale numero chiuso, un sistema misto, basato in parte sul voto di maturità ed in parte sui risultati di un apposito esame d’ammissione.
Gli stessi corsi-concorso dovrebbero articolarsi, quindi, in corsi di laurea organizzati dai singoli Atenei in collaborazione con la SNA, sotto la supervisione dei Ministeri competenti: il ruolo centrale affidato alle Università, è di tutta evidenza, sarebbe un elemento decisivo per assicurare un forte legame fra la funzione pubblica e il mondo accademico, soprattutto per quanto attiene al recepimento, nella Pubblica Amministrazione, della cultura economico-aziendale, a fianco di quella giuridico-amministrativa.
Vi sarebbero, poi, due diversi tipi di corso-concorso:
- uno più breve (di durata biennale), propedeutico all’accesso ai ruoli di livello medio, l’attuale categoria C, per la quale attualmente basta invece il diploma di scuola superiore.
- uno più lungo (di durata quadriennale), per poter accedere ai ruoli di livello elevato, l’attuale categoria D.
Entrambi i corsi-concorso, infine, avrebbero una prova finale a livello nazionale: la somma ponderata del risultato ottenuto in questa prova e della media degli esami darebbe luogo alla votazione complessiva.
Onde evitare la creazione di una “fabbrica delle illusioni”:
- gli idonei dovrebbero avere il pieno diritto all’assunzione a tempo indeterminato, ferma restando la priorità dei meglio classificati riguardo alla scelta della sede d’assegnazione;
- l’Amministrazione richiedente, per contro, dovrebbe essere responsabilizzata riguardo al fabbisogno di personale dichiarato in sede di definizione del numero chiuso.
Facciamo un esempio. Nel maggio ‘22 il MIUR, di concerto col Ministero dell’Interno, deve definire i numeri chiusi dell’intero sistema dei corsi-concorso per l’anno accademico ‘22-’23: fra questi, prendiamo il corso-concorso Area Enti Locali Settore Economico-Finanziario, che a sua volta si articola in un livello-base e un livello avanzato. È inviata a tutti i Comuni d’Italia, pertanto, una richiesta circa:
- il loro fabbisogno di istruttori contabili a valere dall’1/9/’24;
- il loro fabbisogno di istruttori direttivi contabili a valere dall’1/9/’26.
Un certo Comune, fra gli altri, risponde che avrà bisogno:
- a valere dall’1/9/’24, di n. 20 istruttori contabili;
- a valere dall’1/9/’26, di n. 10 istruttori direttivi contabili.
Ebbene, ove ci siano degli idonei disponibili ad optare per quel Comune come sede d’assegnazione, ferma restando la priorità nella scelta per i meglio classificati, il Comune medesimo non potrà più tirarsi indietro, dovendo in ogni caso pagare lo stipendio al vincitore.
Quali sono i vantaggi?
I benefici di una siffatta riforma dei concorsi pubblici sarebbero molteplici.
- In primo luogo, i corsi-concorso di cui si propone l’introduzione dovrebbero fornire agli studenti tutti gli strumenti necessari per esercitare, subito dopo il termine del loro ciclo di studi, la professione pubblica: questo è tanto più importante se si pensa che, attualmente, è ben raro trovare, tra i (pochi) nuovi assunti dalle Pubbliche Amministrazioni, dei percorsi di studi con una qualche congruenza.
- In secondo luogo, la tenuta con frequenza annuale di corsi-concorso dalla durata definita darebbe vita, nel settore pubblico, a un flusso di assunzioni caratterizzato da sistematicità e tempi certi
Le Amministrazioni, secondo quanto sopra descritto, sarebbero responsabilizzate nei confronti dei Ministeri competenti a rispettare una precisa time-line nelle assunzioni di personale, con beneficio per la loro stessa gestione.
Gli aspiranti civil servants, da parte loro, avrebbero un orizzonte temporale definito per programmare le loro scelte di vita ed esplicare la loro preparazione.
- In terzo luogo, pur essendo i corsi di laurea gestiti a livello di singolo Ateneo, non sarebbe certo da escludere la possibilità di collaborazioni, che potrebbero in seguito tradursi in collaborazioni fra gli Enti dove gli ex-studenti del corso-concorso andranno a collocarsi.
- Infine, la presenza della prova finale a livello nazionale al termine dei corsi-concorso assicurerebbe, agli studenti destinati a diventare l’ossatura della funzione pubblica del domani, un’uniformità di valutazione.
2. Rendiamo il lavoro nella PA più prestigioso, competitivo e meritocratico
Gli avanzamenti di carriera nella P.A., se si vuole renderla attrattiva quanto il settore privato, devono prescindere da meccanismi rozzi come quello dell’anzianità, una vera e propria ammissione dell’impossibilità – o meglio, della mancanza di volontà – di misurare la performance:
- del singolo dipendente;
- del settore dell’Amministrazione dove egli lavora;
- dell’Amministrazione nella sua interezza.
In questo senso:
- una parte dello stipendio del dipendente si può far dipendere da “misuratori di performance“ (drivers) di tipo quantitativo e qualitativo individuati, in autonomia, dal suo superiore (chiamiamo Dirigente, per comodità);
- un’altra parte dello stipendio può essere (non) erogata, invece, a seconda dei risultati di periodiche e sistematiche indagini di customer satisfaction riguardanti sia l’Amministrazione nella sua interezza sia alcune sue specifiche aree d’attività: tali indagini sono particolarmente importanti in un ambito, come quello pubblico, in cui spesso manca l’elemento competitivo e l’equilibrio economico, pertanto, è condizione necessaria, ma non sufficiente, ai fini di una sana gestione.
Riformare il lavoro nella PA
Lo scopo della nostra proposta è rendere l’impiego pubblico più competitivo, prestigioso ed efficiente. Come fare? Riformiamo i concorsi pubblici; Rendiamo il lavoro nella PA più prestigioso, competitivo e meritocratico; Una PA che crei (e non distrugga) valore 1. Riformiamo i concorsi pubblici I concorsi pubblici vanno modernizzati. In tale prospettiva si propone, per l’accesso a tutte le posizioni medio-alte…