La situazione della giustizia in Italia
- La situazione della giustizia italiana, sia civile che penale, è purtroppo tragica. Cinque milioni di procedimenti pendenti, una durata media (di 952 giorni in primo grado e di 3127 giorni per arrivare in Cassazione) tripla rispetto a quella di Francia e Germania, nonché un costo per la collettività stimato in 16 miliardi l’anno per la lentezza della giustizia civile. Il quadro è quello dipinto dalla Commissione Europea nel EU Justice Scoreboard 2020, il rapporto sullo stato dei sistemi giudiziari dei paesi dell’UE. La situazione purtroppo non migliora affatto se allarghiamo lo sguardo a livello mondiale. Secondo il Global Competitiveness Index pubblicato dal World Economic Forum, la giustizia italiana si colloca vergognosamente al 130° posto su 141 Paesi censiti per capacità di “risolvere le controversie”. L’altro parametro, cioè l’efficienza del sistema legale in caso di contestazioni sulla normativa, è di equivalente debolezza: 126° posto nel mondo.
- Questo disastro è in realtà sotto gli occhi di tutti. Vige nel nostro paese un generale senso di impunità causato dal malfunzionamento del sistema giudiziario. Ciò determina gravi conseguenze sul funzionamento della nostra società e della nostra economia.
- Imprenditori arroganti e disonesti possono permettersi di non pagare i fornitori, rassicurati dal fatto che il fornitore dovrà affrontare un processo lungo e costoso per farsi risarcire.
- L’inefficienza della giustizia penale, poi, si sposa con la mistificazione giornalistica, che non è in grado di spiegare le varie fasi del procedimento giudiziario. Spesso si urla allo scandalo quando un imputato viene rilasciato in attesa di giudizio, come se fosse stato già assolto da ogni accusa, quando in realtà il suo processo deve ancora iniziare. Al contrario, molti imputati vengono incarcerati non sulla base di reali esigenze di custodia cautelare, ma per questioni di ‘immagine’ che nulla dovrebbero avere a che fare con l’amministrazione della giustizia.
- In ambito amministrativo la confusione regna sovrana, penalizzando pesantemente le imprese italiane, condannate dalla nascita a vivere nell’incertezza e nel timore di vedersi bloccare attività precedentemente autorizzate dalle Pubbliche Amministrazioni per ricorsi al T.A.R. dovuti a norme mal scritte, mal interpretate e peggio applicate.
- Per quanto riguarda il fisco, la situazione acquisisce contorni tragicomici. I procedimenti tributari sono para-giudiziari — nel senso che non appartengono propriamente al sistema giudiziario, potendo i giudici essere anche periti agrari o geometri. Vale poi quanto detto sulla giustizia amministrativa circa la pessima qualità delle norme.
La magistratura italiana
- A peggiorare ulteriormente il tutto, gli scandali, anche recenti, che hanno macchiato il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM), organo di autogoverno dei magistrati, e l’Associazione Nazionale Magistrati (ANM), una sorta di sindacato dei magistrati che ha acquisito un potere enorme grazie al sistema “democratico” con il quale vengono eletti i membri del CSM, quasi sempre infatti espressione dell’ANM. Il CSM, che dovrebbe garantire l’indipendenza della magistratura, opera da molti anni sotto l’influenza delle logiche clientelari dell’ANM, con il fine di difendere e se possibile accrescere i privilegi dei magistrati, a danno della giustizia italiana e dei cittadini. È un fatto che il CSM abbia assegnato incarichi, promozioni e trasferimenti non sulla base dei meriti professionali dei singoli magistrati, ma in ragione della loro appartenenza a circoli di potere.
- C’è poi il grande tema della separazione delle carriere. Un processo penale in Italia ha questa peculiarità, dal sapore un po’ medievale: si svolge tra un avvocato difensore e vari magistrati, apparenti pubblica accusa o al collegio giudicante, tutti colleghi tra loro. La separazione delle carriere è avversata con veemenza dagli stessi magistrati — salvo rare eccezioni, tra queste vale la pena citare un uomo che per la giustizia ha dato la propria vita, Giovanni Falcone.
- Infine, va sottolineato che la situazione attuale non si può certo ascrivere solamente ai magistrati bensì a un ordinamento giuridico confusionario, contraddittorio e lacunoso, al quale sovente la Corte Costituzione e la Corte di Cassazione debbono ‘mettere una pezza’.
Conclusione
L’Italia ha bisogno di un sistema giudiziario funzionante per infinite ragioni, che spaziano dall’ambito sociale a quello economico, ma non bisogna dimenticare che tra queste vi è una delle basi stesse del concetto di Stato, derivante dalla filosofia contrattualistica: la necessità di assicurare ai consociati metodi alternativi al farsi giustizia da soli per risolvere le controversie. Ogni episodio di malagiustizia è uno colpo all’esistenza della Repubblica Italiana come Stato.
Ecco le proposte di Scossa Liberale per migliorare il nostro sistema giudiziario:
- Aumentare il numero dei lavoratori della Ministero della Giustizia; non solo i magistrati ma anche cancellieri e ufficiali giudiziari, essenziali per il funzionamento del sistema, sostenendo al contempo una rapida digitalizzazione dei fascicoli dei giudizi e delle notificazioni degli atti.
- Separare le carriere dei magistrati tra magistratura giudicante (giudici) e magistratura requirente (PM), creando due distinti Consigli Superiori della Magistratura secondo la proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare — già in discussione in Parlamento grazie alle 72 mila firme raccolte dall’Unione delle Camere Penali Italiane.
- Riformare il meccanismo di nomina dei membri dei Consigli Superiori della Magistratura passando da una procedura basata sull’elezione ad una basata sul sorteggio. Il sorteggio deve avvenire tra i soli magistrati membri delle corti superiori (Corte di Cassazione e Consiglio di Stato).
- Creare delle aree di specializzazione interne al sistema giudiziario affinché i magistrati possano acquisire competenze specifiche in un determinato ambito, eliminando al contempo le giurisdizioni separate.
- Trasferimento delle sezioni giudiziarie del Consiglio di Stato all’interno della Corte di Cassazione.
- Accorpamento dei Tribunali Amministrativi Regionali alle Corti d’Appello e creazione della sezione specializzata in diritto amministrativo.
- Creazione delle sezioni specializzate in diritto tributario in tutti gradi della giustizia civile e conseguentemente abolizione delle Commissioni Tributarie Provinciali e Regionali.
- Migliorare il sistema di responsabilità personale del magistrato per colpa in giudicando, consentendo ai privati di richiedere il risarcimento del danno nell’ambito del giudizio di impugnazione. Il giudice dell’impugnazione trovandosi a dover decidere sulla modifica o annullamento della sentenza del grado precedente è nella miglior posizione per valutare se il collega ha commesso degli errori tali da determinare una sua responsabilità personale, estendendo tuttavia l’obbligo di copertura assicurativa anche per la magistratura.
- Abolire il rinvio in caso di cassazione della sentenza nel terzo grado di giudizio, prevedendo che la stessa Corte di Cassazione emetta una nuova sentenza.
- Eliminare i tirocini gratuiti non retribuiti all’interno dei tribunali, mezzo di sfruttamento dei neolaureati in giurisprudenza.
- Migliorare ed estendere la digitalizzazione del deposito dei documenti di causa.
- Implementare la modalità di discussione da remoto per le udienze che non prevedano la trattazione della causa, attraverso piattaforme di e‑meeting sicure e affidabili, con limiti da definire e con l’eccezione di: a) udienze penali; b) udienze di valore superiore a una determinata soglia; c) udienze necessarie per integrare il contraddittorio o che importano l’assunzione di prove non documentali.
- Aumentare i poteri certificativi degli avvocati, consentendo agli stessi di autenticare sottoscrizioni per particolare categorie di scritture private.
- Rendere il garantismo un pilastro essenziale del nostro sistema giuridico, regolamentando severamente l’uso delle intercettazioni, punendo chi rivela segreti d’ufficio alla stampa e ripristinando la prescrizione.
- Limitare il numero degli avvocati, istituendo il numero chiuso per la facoltà di giurisprudenza, rendendola abilitante all’esercizio delle professioni legali, avviando la pratica già durante il percorso di studi.
- Riformare il Codice Penale, accelerando la velocità dei processi e riducendo i reati a poche fattispecie gravi e punite severamente, includendo anche quella dei reati contro l’ambiente, nonché prevedendo la depenalizzazione di reati minori al fine di garantire processi rapidi con pene certe. A tale scopo, si potrebbe ampliare il compito affidato al Giudice di Pace per raccogliere le istanze di reati minori tutt oggi inclusi nel Codice Penale.
- Preferire le pene pecuniarie a discapito delle pene detentive: colpendo il patrimonio in maniera più pesante e penetrante di quanto viene fatto attualmente è oggi il metodo più efficace per disincentivare illeciti tributari (evasione fiscale), societari, edilizi, ambientali, riducendo al contempo la popolazione carceraria. Al contempo, è necessario introdurre “soglie di punibilità” per i reati contro il patrimonio, per evitare di ingolfare i tribunali con processi per reati di poco conto.
- Eliminazione delle udienze G.U.P: nate con l’obiettivo di creare un filtro tra le indagini preliminari e il rinvio a giudizio, hanno ormai perso in molti casi la loro reale utilità, non contribuendo a nulla se non ad aggiungere un passaggio ulteriore che allunga le tempistiche del procedimento penale.
Per una giustizia liberale
La situazione della giustizia in Italia La situazione della giustizia italiana, sia civile che penale, è purtroppo tragica. Cinque milioni di procedimenti pendenti, una durata media (di 952 giorni in primo grado e di 3127 giorni per arrivare in Cassazione) tripla rispetto a quella di Francia e Germania, nonché un costo per la collettività stimato in 16 miliardi l’anno…