Liberare le energie delle nuove generazioni
Partiamo da un dato poco condiviso: l’emigrazione giovanile italiana causa 16 miliardi di euro di valore non creato, ogni anno, e 3,5 miliardi di euro di investimenti sprecati nella formazione di nuovo capitale umano. …
Partiamo da un dato poco condiviso:
l’emigrazione giovanile italiana causa 16 miliardi di euro di valore non creato, ogni anno, e 3,5 miliardi di euro di investimenti sprecati nella formazione di nuovo capitale umano.
Se vi sembrano pochi, consideriamo che questi sono soldi persi: una manovra della finanziaria persa ogni anno.
Guardiamo un altro dato, questo forse più vicino alla vita di tutti i giorni:
la struttura della spesa pubblica di supporto alle fasce più deboli della popolazione ha un impatto estremamente positivo sulla lotta alla povertà per la fascia over-65, peggiorativo, invece, per le fasce di popolazione più giovane.
l’emigrazione giovanile italiana causa 16 miliardi di euro di valore non creato, ogni anno, e 3,5 miliardi di euro di investimenti sprecati nella formazione di nuovo capitale umano
Il significato è chiaro: i trasferimenti, oggi, in Italia, aiutano una porzione della popolazione privilegiata, che vota compatta e che è sempre al centro dell’agenda pubblica: i pensionati, o, più in generale, gli anziani.
Ultimo dato:
la spesa pubblica, nel suo insieme, totalmente sproporzionata verso ceti improduttivi e percettori di reddito (pensionati) a sfavore di scuola, università, ricerca e, più in generale, sostegno a chi vuole mettere su famiglia, iniziare una vita imprenditoriale, o semplicemente rendersi indipendente e affrontare la vita lavorativa.
In sintesi:
la spesa pubblica è sproporzionata verso le generazioni più anziane, mal gestita e distribuita e genera un’ulteriore perdita che chiamiamo comunemente emigrazione giovanile.
Riflettendo sui dati presentati, non possiamo tacere, e ben consapevoli che le disuguaglianze e le sperequazioni sociali sono, come riflette Thomas Piketty, autore de Il Capitale del XXI Secolo, non tanto un prodotto ineluttabile del sistema economico, ma una conseguenza di politiche miope e scelte perverse della Politica con la P maiuscola.
Affrontiamo il nodo. Davanti alle disuguaglianze proponiamo tre cantieri: una riforma fiscale, una spesa pubblica rivista e una scommessa forte sul capitale umano.
1. Riforma fiscale
Per il primo cantiere si propone di rivedere le aliquote e riorganizzare in modo organico deduzioni e detrazioni in modo da non pesare eccessivamente su una classe media già spossata dalla crisi e dal declino del proprio potere d’acquisto:
scopo della riforma non è solo semplificare, ma incrementare gli scaglioni, riorganizzare il peso fiscale sui redditi e introdurre un quoziente familiare, sull’esempio francese, che renda fiscalmente vantaggioso avere più figli.
A questo si aggiunge la madre delle battaglie liberali: spostare la tassazione sulla rendita patrimoniale e alleggerire il peso sulla rendita da lavoro e da profitto, ripristinando una tassa di successione su capitali non investiti e immobili.
2. Revisione spesa pubblica
Da una parte alleggerire, dall’altra riorganizzare. La spesa pubblica deve essere produttiva, razionale, mirata, organizzata e finalizzata a consolidare il futuro e chi lo costruirà. Tra gli innumerevoli interventi possibili, noi scommettiamo su tre policy principali:
- un reddito di demografia che razionalizzi, semplifichi e renda più certo il sistema di sostegno economico per chi ha figli;
- la creazione di un fondo per i nuovi nati che potrà essere erogato su richiesta tra i 18 e i 30 anni di età per poter iniziare un’avventura imprenditoriale, costruire una famiglia o pagarsi gli studi;
- un investimento massiccio con i fondi del Recovery Fund per ripristinare le infrastrutture dell’infanzia (asili, scuole materne).
3. Scommessa sul capitale umano
Il capitale umano è l’unico strumento di riscatto e competizione in un mondo globalizzato e in trasformazione.
Per questa ragione, il terzo cantiere si focalizza sul raddoppio del fondo per le università pubbliche italiane, con investimenti su progetti di competitività internazionale e rilancio degli Atenei attraverso la competizione, il merito e dinamiche di premiazione.
Chiediamo che le università possano creare agilmente corsi di laurea moderni e multidisciplinari per poter essere all’altezza e perseguire la stessa rapidità con cui il mercato del lavoro cambia nel XXI secolo.
Liberare le energie delle nuove generazioni
Partiamo da un dato poco condiviso: l’emigrazione giovanile italiana causa 16 miliardi di euro di valore non creato, ogni anno, e 3,5 miliardi di euro di investimenti sprecati nella formazione di nuovo capitale umano. Se vi sembrano pochi, consideriamo che questi sono soldi persi: una manovra della finanziaria persa ogni anno. Guardiamo un altro dato, questo…