Diamo una scossa al turismo

Giulio

Giulio

Premessa

Quarto Paese al mondo per arrivi turistici (ENIT, 2019), l’Italia non è in grado di dotarsi di politiche turistiche di ampio respiro. Negli scorsi anni, il turismo è stato storicamente assegnato tra le deleghe del Ministero dei Beni Culturali, per poi passare per un breve periodo al Ministero dell’Agricoltura. Tuttavia, non si è mai pensato al turismo come ad una delle principali leve della crescita economica futura del nostro Paese.

  • Il turismo genera direttamente oltre il 5,5% del PIL e il 6% dell’occupazione a livello nazionale (Banca d’Italia, 2018), Considerando il PIL indiretto, si raggiunge il 13%.
  • Il turismo cresce del 5% annuo a livello globale. Nel 2019, gli arrivi internazionali corrispondevano a 1,2 miliardi. Saranno 2 miliardi nel 2030.
  • L’Italia offre 6610 luoghi di cultura tra musei, attrazioni, parchi, archivi e biblioteche.
  • Gli esercizi alberghieri sono 33.000, quelli extralberghieri 183.000. Gli appartamenti locati per brevi periodi oltre 2 milioni (ISTAT, 2019).
  • L’Italia è il paese con la più alta concentrazione al mondo di luoghi riconosciuti dall’Unesco come Patrimonio mondiale dell’umanità (76, di cui 55 fisicamente esistenti; 13 afferenti Patrimoni orali e immateriali dell’umanità; 8 iscritti nel Registro della Memoria del Mondo).
  • Il turismo è competenza residuale delle Regioni, che possono promulgare leggi e classificazioni specifiche per i settori alberghiero ed extralberghiero.

Proposte

Alla luce della situazione attuale e dell’enorme potenziale inespresso dell’Italia in ambito turistico, proponiamo i seguenti provvedimenti:

  1. Il turismo deve tornare ad essere una competenza nazionale (dunque non più residuale delle Regioni), poiché è necessario rafforzare il “Brand Italia” e promuovere un’armonizzazione delle politiche turistiche regionali. Per farlo, serve una riforma del titolo V che riveda il rapporto tra Stato e Regioni. Vi sono varie problematiche da contrastare, tra cui, a titolo esemplificativo:


1.1) Non è accettabile che un turista, cambiando Regione, a parità di stelle possa trovare standard e regolamentazioni diversi.


1.2) L’imposta di soggiorno deve essere diversificata in base alla popolazione di Comune e città. In altre parole, per il calcolo della tassa di soggiorno è opportuno basarsi sulla popolazione del Comune e su quanti e quali servizi turistici, alberghieri ed extralberghieri il Comune ha a disposizione. In questo modo, l’imposta potrà essere riscossa più facilmente, anche direttamente da appositi portali online.

1.3) Le regioni italiane investono ingenti risorse per promuoversi all’estero, anche aprendo sedi di rappresentanza. Per far sì che soprattutto le piccole regioni possano diventare più attrattive al di fuori del panorama italiano, è necessario accorpare la loro promozione ad una strategia complessiva che si sviluppi sul piano nazionale, e non più locale.

1.4) Anche in assenza di una riforma del titolo V, lo Stato deve — nel rispetto del principio di leale collaborazione — richiedere la collaborazione delle regioni per legiferare in maniera armoniosa ed omogenea sul territorio nazionale, facendo prevalere l’interesse nazionale.

  1. Il turismo deve diventare una delle competenze del Ministero dello Sviluppo Economico, che potrà così lavorare trasversalmente su tutti gli ambiti di interesse (cultura, agroalimentare, infrastrutture, servizi, esteri, etc.).
  2. Serve incentivare economicamente l’ammodernamento delle strutture ricettive, rendendole più all’avanguardia ed accoglienti per il turismo internazionale. Tali deduzioni fiscali dovrebbero essere garantite solo alle strutture che scelgono di innovare nell’ambito del loro rapporto con la clientela (offerta online e su diversi portali, menù elettronici, sistemi di pagamento digitali, chiavi elettroniche, buone pratiche ambientali). In questo modo, si potrà creare un circolo virtuoso di libera iniziativa e supporto strategico da parte dello Stato.
  3. É necessario semplificare l’accesso ai musei e all’offerta culturale creando un’apposita card nazionale, acquistabile da ogni turista e cittadino, che segua il criterio di “più visiti, meno paghi”. Auspichiamo che tale iniziativa possa essere addirittura realizzata a livello europeo, semplificando dunque le possibilità di movimento e scoperta culturale per chiunque viaggi all’interno dell’Unione Europea.
  4. Urge l’elaborazione di un adeguato piano nazionale per i trasporti, che miri a favorire una distribuzione dei flussi nelle zone meno turistiche, ma non per questo meno attrattive. Questo punto è fondamentale se rapportato al difficoltoso contesto dell’Italia meridionale, dove i trasporti sono ancora meno presenti ed efficienti che nel resto del Paese. In aggiunta, è importante concentrarsi su l’accesso agevolato ai mezzi di trasporto per tutti gli studenti, auspicando alla loro totale gratuità.
  1. Occorre distribuire meglio i flussi turistici, promuovendo le periferie delle grandi città e i piccoli borghi. Questo può avvenire, da un lato, solo attraverso politiche di miglioramento della qualità della vita, poiché una città più vivibile per i cittadini diventa per conseguenza naturale anche una meta più interessante per i turisti. Dall’altro, serve mettere a sistema tutta l’offerta culturale, in modo tale da incentivare i turisti a scoprire luoghi inesplorati. Una delle possibili strategie perseguibile è l’introduzione del numero chiuso per accedere ad alcune aree specifiche attraverso un sistema di prenotazione online; così facendo, si potrebbero distribuire i restanti flussi turistici tra le zone libere, anche privilegiando chi sceglie di dormire e consumare nel luogo che visita.
  2. Nonostante il valore intrinseco del cosiddetto turismo “mordi e fuggi”, è importante incentivare il turismo più lento, più remunerativo per le località scelte. Occorre creare un sistema di agevolazioni per chi alloggia nei luoghi che visita in relazione all’accesso a località di alto valore culturale e architettonico.
  3. Educare alla Cultura e alla Bellezza con campagne e moduli educativi di contrasto al vandalismo, per proteggere le bellezze del nostro Paese partendo dalla sensibilizzazione dei cittadini.
  4. Promuovere il turismo sostenibile, innanzitutto incentivando tutte le forme di turismo “lento” che non prevedono l’uso di automobili e che conferiscono ricchezza al territorio; ciò va sicuramente di pari passo con un’efficace riforma dei trasporti a livello nazionale. Il rispetto dell’ambiente si deve assicurare anche creando e promuovendo percorsi turistici sostenibili su tutto il territorio nazionale, mettendo a sistema offerta ricettiva, culturale ed enogastronomica, in modo tale che il turista sappia sempre cosa poter trovare e scoprire.
  1. Eliminazione delle barriere architettoniche per un turismo accessibile: sconti fiscali per tutte le strutture ricettive e le locazioni brevi che investono nella totale eliminazione delle barriere architettoniche.
  2. Regolamentazione dei flussi delle compagnie crocieristiche: servirà identificare una serie di poli che siano distanti da aree particolarmente delicate sotto il profilo ambientale, paesaggistico e culturale, impedendo alle navi di entrare in luoghi come la Laguna di Venezia.
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