
Diamo una Scossa a +Europa!
Le nostre proposte per riformare +Europa e renderla più incisiva sulla politica italiana ed europea. Il documento politico di Scossa Liberale.
Siamo dirigenti, attivisti e simpatizzanti di +Europa che vogliono dare voce a tutte le realtà e a tutti i cittadini che credono negli ideali liberali. L’idea di una lista al secondo congresso di +Europa a luglio 2021 é nata come la naturale prosecuzione dell’Appello per un’Alternativa Europeista che abbiamo promosso a novembre 2019 per la creazione di un nuovo polo liberale, riformista ed europeista che aveva riscosso tante adesioni. Nel 2021, abbiamo portato per la prima volta diciannove eletti in Assemblea e cinque in Direzione.
Adesso è arrivato il momento di dare nuova Scossa, mettendoci in gioco attraverso un impegno diretto al terzo congresso di +Europa che si terrà a febbraio 2023. Siamo convinti che +Europa possa diventare il centro di gravità per le forze attualmente in gioco, superando l’attuale frammentazione dei liberaldemocratici per dare voce e rappresentanza a quanti non si riconoscono nei populismi statalisti di destra e di sinistra.
Il nostro partito non dovrebbe più essere la stampella di alleanze improponibili, spesso subalterno alle scelte elettorali del Partito Democratico o del Terzo Polo, ma al contrario possedere quell’autonomia che gli permetta di affermare la propria identità e di promuovere proposte concrete.
Non un partito di centro, ma un partito centrale, capace di rispondere alle esigenze della società e all’emergenza dei nuovi poveri attraverso un programma di riforme basato su merito, sostenibilità, equità, efficienza e che punti a favorire la più ampia mobilità sociale.
- 1. Vogliamo un partito che attragga le tante energie positive e i molti talenti, che in Italia, e all’estero, sono presenti ma dispersi, per portare nuova linfa e vitalità a un Paese in declino.
- 2. Vogliamo un partito che investa sulle persone, dando loro la possibilità di formarsi e di crescere, coinvolgendo i militanti nelle decisioni così come nella realizzazione delle proposte.
- 3. Vogliamo un partito che promuova una reale partecipazione dal basso, che non abbia il timore di consultare gli iscritti sulla linea politica, e che decida di mettere al centro un forte rinnovamento della classe dirigente basato su impegno, merito e competenze.
- 4. Vogliamo un partito radicato nei territori, dove nascano candidature e proposte all’interno dei comuni, perché l’Italia va cambiata da cima a fondo e l’impegno di ciascuno è fondamentale.
Ci intendiamo battere perché l’Italia faccia una netta scelta di campo a favore delle generazioni future, a partire da una riforma sostenibile del sistema pensionistico e da un piano di rientro del debito pubblico. Al contempo, per creare lavoro e futuro servono soprattutto riforme per rilanciare la produttività del tessuto imprenditoriale, affinché il Paese sia competitivo e con un ruolo di primo piano in Europa.
Per affrontare le sfide principali della nostra epoca, quali il surriscaldamento del pianeta, la sostenibilità dei modelli di consumo e produzione, le grandi migrazioni, la sicurezza e le tensioni geopolitiche, l’Unione Europea deve fare un salto di qualità. Crediamo in È urgente che l’Italia superi questo grave momento di crisi socio-economica: gli impegni presi dal Governo Draghi con Next Generation EU offrono un’occasione unica per farlo e realizzare le riforme che possono rilanciare il nostro Paese. Per questo l’Italia ha disperatamente bisogno di una nuova generazione politica liberale e riformista che promuova a tutti i livelli proposte concrete per invertire la rotta, fermare il declino e tornare a crescere.
un’Europa federale con una maggiore legittimazione democratica, affidando più poteri al Parlamento Europeo ed eleggendo direttamente il Presidente della Commissione. L’unica strada possibile è la piena integrazione europea: economica, fiscale, bancaria e dei diritti dei cittadini. Inoltre, è urgente che l’UE si doti di una politica estera e una difesa comune.
Alla sua prima competizione elettorale, nel marzo del 2018, +Europa ha ricevuto 841.468 voti, pari al 2,56% dei votanti. Alle elezioni europee di maggio 2019, +Europa ha ottenuto 822.764 voti sul territorio nazionale, pari al 3,09% dei votanti. Alle elezioni politiche di settembre 2022, +Europa ha ottenuto 793.961 voti alla Camera, pari al 2,83% dei votanti, e 808.676 voti al Senato, pari al 2,93% dei votanti.
Nel 2019, 51.243 persone hanno scelto di devolvere il proprio due per mille a +Europa. Tale cifra si è ridotta a 41.188 nel 2020 (sui redditi 2019). Questa perdita di un quinto delle devoluzioni è in parte riconducibile all’entrata in scena di Radicali Italiani (18.182 devoluzioni del due per mille nel 2020), Azione (29.734) e Italia Viva (45.223). Nel 2021, sui redditi 2020, in lieve calo rispetto all’anno precedente1, appena 29.328 persone hanno scelto di devolvere il due per mille a +Europa, ma l’aumento delle devoluzioni a Radicali Italiani (18.731), Azione (36.028) e Italia Viva (47.073) non é lievitato al punto da giustificare una ricerca di alternative.2
Essere rimasti agli ottocentomila voti di inizio 2018, così come aver ricevuto meno devoluzioni del due per mille, è una sconfitta: è una sconfitta soprattutto dopo aver costruito un partito con organi democratici e trasparenti, e dopo aver svolto attività politica locale per quattro anni. Se non è scontato che +Europa esista ancora – operazioni simili, in passato, sono svanite alla tornata elettorale successiva – è scontata la sua resilienza in quanto “partito di Emma Bonino”. Proprio in questo senso Scossa Liberale, seppure riconoscente alla fondatrice di +Europa, propone una leadership e un programma che vadano oltre un nome e un cognome, che permettano a +Europa di diventare il partito di riferimento dell’area liberale, europeista, federalista e riformatrice.
+Europa deve smettere di sopravvivere in quanto “partito di Emma Bonino” e iniziare a sprigionare il proprio potenziale. Innanzitutto, motivando i dirigenti a diventare volti pubblici, volti di riferimento per cittadini e realtà associative; in secondo luogo, strutturandosi in maniera capillare e decentralizzata, rendendosi accessibile ai cittadini di posizioni e valori affini che vorrebbero mettersi in gioco alle elezioni amministrative, ma non lo fanno, perché non si riconoscono davvero in nessun un partito, e +Europa pare loro ancora troppo concentrata sui soliti pochi temi “da ex Radicali”.
Il nostro piano d’azione
Il seguente documento sviluppa un piano di azione per portare il partito a un progetto di crescita, in termini di iscritti e consensi e che faccia sprigionare davvero il potenziale del più – al di là del nome e del logo. I punti di questo piano sono:
- 1 Organizzazione
- 2 Partecipazione
- 3 Comunicazione
- 4 Unione delle forze liberali
1. Organizzazione
+Europa è un partito nazionale, le cui decisioni vengono prese nel contesto dell’Assemblea e della Direzione, due organismi che vengono eletti da tutti gli iscritti al Congresso biennale del partito.
Gli iscritti possono organizzarsi liberamente in gruppi territoriali o tematici, gruppi privi di rappresentanza politica formale di +Europa. Tuttavia, spesso, questi gruppi rappresentano mediaticamente +Europa negli enti e nei territori locali, e gioverebbero di un’attività di coinvolgimento degli iscritti decentralizzata. Invece, attualmente, questi gruppi non hanno accesso al database degli iscritti del proprio territorio, e chi si iscrive a +Europa non viene reindirizzato a un gruppo presente
nella propria regione o città.
Laddove non esistano gruppi, il segretario nazionale può favorire la creazione di
coordinamenti regionali composti da coordinatori dei gruppi e membri degli organismi nazionali di +Europa residenti in quella regione. Se gli iscritti della regione superano i trecento, il segretario è tenuto a convocare un Congresso regionale degli iscritti, con l’obiettivo di eleggere un segretario regionale e una Direzione regionale di dieci membri.
Prima di tutto, +Europa deve far crescere il numero dei propri iscritti anche al di fuori delle competizioni congressuali. Per favorire tale crescita è fondamentale ridurre il costo della tessera, che dovrà essere 10€ per i “giovanissimi”, per poi aumentare a 25€ dai 25 anni d’età. In secondo luogo, il partito dovrà limitare l’elettorato attivo (e non quello passivo) a sei mesi dal Congresso, e dovrà rafforzare le strutture territoriali ed estere nelle modalità conseguentemente proposte.
+Europa si dovrà strutturare in federazioni provinciali, che raggruppino e coordinino tutti gli iscritti della provincia e i relativi gruppi. Le federazioni con meno di trenta iscritti potranno avere un segretario provinciale nominato dalla Direzione regionale, su richiesta e proposta degli iscritti, mentre a partire da trenta iscritti sarà possibile svolgere un Congresso per eleggere un segretario e una Direzione, la cui dimensione sarà commisurata al numero totale degli iscritti, in ogni caso tra i tre e i dieci membri. La carica di segretario non sarà compatibile con altre cariche monocratiche.
A livello municipale e provinciale, sarà possibile costituire gruppi di +Europa con almeno dieci iscritti, previa approvazione della Segreteria provinciale, che avrà una funzione di coordinamento dei Gruppi. Il gruppo avrà un coordinatore e avrà totale autonomia sulle scelte di +Europa sulle tematiche locali e la partecipazione alle elezioni amministrative, sempre che non confliggano con le scelte nazionali del partito. In assenza di almeno trenta iscritti per provincia, non ci saranno gruppi municipali, e si incoraggeranno gli iscritti a collaborare direttamente in un gruppo provinciale.
A livello regionale, il segretario nazionale convocherà un Congresso in presenza di almeno un iscritto ogni trentamila abitanti per ogni provincia, o di almeno duecento iscritti regionali. In alternativa, verrà mantenuto l’attuale coordinamento regionale composto da coordinatori dei gruppi, membri degli
organismi nazionali del partito residenti in quella Regione, e dagli eletti nella regione e negli enti locali, i quali dovranno proporre al segretario nazionale la nomina di un portavoce regionale. I ruoli di coordinatore e il portavoce regionale non saranno compatibili con altre cariche monocratiche.
La seguente struttura incentiverà i territori a coinvolgere un maggior numero di iscritti, a titoli di maggiore autonomia locale. In questa struttura:
- ciascuna federazione (provinciale, regionale o gruppo locale), avrà totale autonomia sulle scelte politiche di +Europa in quel territorio, salvo che non confliggano con la linea politica nazionale;
- i territori potranno determinare liberamente la linea politica locale, purché non confligga con i valori e gli obiettivi statutari del partito;
- i segretari provinciali, regionali e i coordinatori dei gruppi saranno autorizzati a trattare, nel rispetto delle normative privacy, a trattare i dati di iscritti e sostenitori presenti nel proprio territorio, nonché a comunicare con gli iscritti;
- i semplici iscritti saranno messi a conoscenza di una procedura formale di accesso alla newsletter, nella sezione Starter kit per l’iscritto della pagina web nazionale a loro dedicata, che consenta loro di attivarsi e di promuovere iniziative e proposte;
- dopo il cinquantunesimo iscritto, il 50% del valore raccolto attraverso le quote di iscrizione in una provincia rimarrà nella disponibilità della Segreteria provinciale per sostenere l’attività politica locale di +Europa;
- in aggiunta, le modalità in cui la tesoreria nazionale supporta finanziariamente eventuali attività locali saranno definite con maggiore chiarezza.
Questa struttura di base costituirà un forte incentivo all’impegno territoriale degli iscritti. Sotto una certa soglia, la rappresentanza sarà nazionale. Sopra una certa soglia, gli iscritti potranno organizzarsi liberamente. Al fine di prevenire potenziali attività in conflitto con i valori del partito, la Direzione nazionale avrà comunque la facoltà di commissariare eventuali organismi locali che, per
gravi motivi, non rispettino i valori statutari e programmatici di +Europa.
Per avere un impatto positivo sull’Italia non bastano i seggi in parlamento, serve una classe dirigente credibile e capillare a tutti i livelli amministrativi: comunali, provinciali, regionali, nazionali e all’estero. Una classe dirigente locale è determinante nella gestione di fondi europei e stanziamenti nazionali necessari a far funzionare i servizi pubblici territoriali, così come nella gestione del rapporto
diretto con i cittadini. È nostra responsabilità, quindi, offrire agli italiani una classe dirigente locale capace di assumersi responsabilità. Proponiamo:
- che +Europa si adoperi per dare ai gruppi e alle federazioni provinciali tutti gli strumenti necessari per partecipare con successo alle elezioni;
- che un gruppo o una federazione provinciale comunichi la propria disponibilità a partecipare alle elezioni di uno specifico territorio con almeno sei mesi di anticipo rispetto alla scadenza naturale del mandato in corso, specificando lo schieramento, le spese, le modalità e le condizioni con le quali si affronterà la campagna elettorale; con la Direzione nazionale, si valuterà quindi se partecipare con il proprio simbolo o se collaborare con altri partiti o liste civiche affini alle posizioni di +Europa;
- che +Europa partecipi con il proprio simbolo alle elezioni amministrative in presenza di gruppi già esistenti sul territorio; solo nel caso ciò non fosse possibile, le segreterie provinciali e regionali, d’intesa con la Direzione nazionale, potranno valutare la possibilità di collaborare con altri partiti o liste civiche affini alle posizioni di +Europa;
- che venga istituito un dipartimento nazionale degli Enti Locali di +Europa, che coinvolga consiglieri comunali e regionali, assessori e sindaci, per condividere, a livello nazionale ed europeo, idee, esperienze e buone pratiche; detto dipartimento dovrà mantenere un collegamento con il gruppo Renew Europe del Comitato europeo delle regioni, il riferimento dei liberali europei nelle città e nelle regioni d’Europa.
Dal punto di vista elettorale, la circoscrizione estero (Europa) è la roccaforte elettorale di +Europa.
Nel 2018 ci hanno votato 50.466 italiani residenti in Europa, oltre l’8% degli elettori, che hanno così eletto l’unico deputato della Repubblica eletto con il simbolo di +Europa. Nel 2022, quando +Europa decise di partecipare solo nel collegio Europa, e solo alla Camera, le preferenze sono state 29.971 (5,28% dei votanti). Il dato è indicativo di come i residenti in altri Stati europei meritino un’attenzione speciale da parte del nostro partito. +Europa è la casa naturale di tutti gli italiani residenti all’estero che hanno a cuore il futuro dell’Italia, ed è l’unico partito che può davvero rafforzare il senso di comunità degli italiani all’estero, creando un network di persone con idee e valori affini, e geograficamente vicine. Non da ultimo, i gruppi di +Europa all’estero sono ottimi recettori di buone pratiche di governo che potrebbero essere replicate in Italia, nonché un utile collegamento con altri partiti di area liberale. Per rafforzare l’impegno di +Europa all’estero, proponiamo:
- di rafforzare il rapporto con la struttura nazionale del partito, istituendo un incontro virtuale mensile tra la Segreteria nazionale e i tesserati ed elettori residenti all’estero, al fine di garantire un supporto proficuo e continuativo – anche a livello organizzativo – per le varie iniziative all’estero; questo incontro dovrà essere coordinato dal responsabile estero;
- di organizzare gli iscritti all’estero in gruppi territoriali o nazionali, in accordo con la Direzione nazionale;
- che gli iscritti esteri eleggano direttamente il responsabile estero in concomitanza con la prima Assemblea Nazionale di +Europa;
- che i coordinatori dei gruppi territoriali esteri e il responsabile estero, nel rispetto delle normative privacy, possano accedere ai dati degli iscritti presenti nei territori di loro competenza;
- che la segreteria di +Europa, d’intesa con il coordinamento estero, favorisca la collaborazione locale con i partiti membri dell’ALDE e di Renew Europe, per creare sinergie e ottenere la disponibilità a condividere idee e risorse logistiche (sedi, strumenti di comunicazione, etc.).
A livello locale e nazionale, a inizio mandato, le cariche monocratiche di +Europa (coordinatori di gruppo, segretari provinciali, segretario nazionale, membri di Segreteria) dovranno presentare agli iscritti un documento progettuale con annesso piano di realizzazione delle attività. Il segretario/coordinatore dovrà aggiornare l’Assemblea degli iscritti su andamento e variazioni del documento progettuale almeno ogni tre mesi. In questo modo, si promuovono criteri di merito,
responsabilità e trasparenza.
2. Partecipazione
La partecipazione di iscritti e simpatizzanti è il requisito fondamentale affinché il partito possa incidere sullo scenario politico italiano. La partecipazione si realizza quando le persone decidono di dedicare il proprio tempo alle attività del partito, o di avviarne loro stessi di nuove. Per favorire questa partecipazione serve un maggiore coinvolgimento degli iscritti, ma anche una pianificazione di lungo termine delle iniziative, nonché un utilizzo intelligente degli strumenti digitali.
Il fine ultimo della seguente proposta è motivare gli iscritti a impegnarsi per il partito, affinché ciascuno si senta un “ambasciatore” di +Europa nella comunità in cui vive. La proposta prevede:
- l’avviamento di processi partecipati di discussione e confronto che coinvolgano tutti i tavoli tematici, prima che determinate tematiche vengano discusse dagli organismi nazionali, al fine di portare un contributo più completo al dibattito, valutando anche la possibilità di consultare gli iscritti in casi specifici;
- la condivisione con tutti gli iscritti, su base trimestrale, di un piano delle attività di +Europa, per stimolare la condivisione di pareri e integrare nel piano anche attività proposte dal basso, consentendo al contempo – ai gruppi locali e alle eventuali federazioni provinciali/regionali – di allineare la pianificazione locale con iniziative e campagne nazionali;
- l’adozione di un modus operandi “open source” nella lavorazione del programma di +Europa, aggiornandolo con i contributi tematici ricevuti dagli iscritti, e garantendo così una attualizzazione del programma di governo del partito; gli emendamenti e i cambiamenti al programma di +Europa dovranno dunque essere discussi e approvati dalla Direzione del partito su base trimestrale;
- il rilancio dei gruppi tematici assieme ai tavoli tematici: esperienze come quelle di +Europa Alpi e +Europa 4.0 dimostrano il potenziale enorme di gruppi extra-territoriali dedicati a temi specifici; tali gruppi, nutriti dalla partecipazione degli iscritti, sono una fonte vivace di proposte, idee e iniziative, nonché la migliore rappresentanza di +Europa presso associazioni di categoria, sindacati, etc., e consentendo loro di coordinarsi strettamente con la Segreteria nazionale, renderemo la loro attività un patrimonio per tutto il partito.
+Europa è uno dei partiti più votati tra gli italiani sotto i 25 anni, arrivando a superare le due cifre nei sondaggi. Questo conferma che +Europa può essere il partito del futuro, il partito a cui le nuove generazioni darebbero fiducia per realizzare l’Italia che vorrebbero. Affinché +Europa faccia leva sul proprio “vantaggio comparato” nei pubblici della generazione Z, proponiamo:
- di collaborare in maniera sistematica con l’associazionismo studentesco, organizzando incontri periodici con le realtà universitarie, nonché mettendo +Europa a disposizione e supporto delle loro battaglie;
- di coinvolgere e ascoltare gli studenti nella definizione delle politiche scolastiche, sia con eventi formali, che con modalità informali quali banchetti, volantinaggio e interventi nelle assemblee di istituto;
- di definire campagne e piani di comunicazione rivolti ai giovanissimi, adattando i contenuti di +Europa a un’audience ancora inesperta in ambito politico;
- di promuovere la partecipazione dei minorenni alla vita politica del Paese, per esempio battendosi per estendere il voto alle elezioni amministrative ai sedicenni.
Il successo di campagne come Figli Costituenti o No al taglio dei parlamentari e quelle per i referendum su Eutanasia e Cannabis ci ricordano che la partecipazione avviene quando iscritti, simpatizzanti e associazioni esterne vengono coinvolte nella promozione di proposte legislative per la
modernizzazione del Paese. Per questo motivo, proponiamo:
- di tornare a raccogliere firme per proposte di legge di iniziativa popolare e iniziative referendarie, al fine di coinvolgere direttamente i cittadini nella proposta politica di +Europa;
- di realizzare attività di brainstorming, su base trimestrale, per coinvolgere iscritti, simpatizzanti e associazioni nella realizzazione di campagne tematiche;
- di rafforzare le sinergie tra gli iscritti che danno vita alle campagne e il partito, mettendo a disposizione strutture, contatti e risorse;
- di strutturare il confronto con associazioni, liste civiche e portatori di interesse, affinché considerino +Europa come un interlocutore importante per farsi ascoltare dalle istituzioni e
dalla politica.
Come ogni partito, anche il nostro è portato avanti dai dipendenti, dalle persone che hanno ruoli locali o nazionali, nonché da tutti gli attivisti, iscritti e non, che ne sostengono le campagne e organizzano iniziative. Riteniamo che +Europa debba coinvolgere in maniera strutturata i militanti a livello nazionale e regionale con i seguenti obiettivi:
- creazione di un database delle competenze, in cui ciascun sostenitore di +Europa indichi talenti, volontariamente, quando e come potrebbe mettersi a disposizione del partito;
- costante contatto con singoli iscritti e simpatizzanti per coinvolgerli in eventi o campagne social (e.g. incremento delle newsletter, attività di lead generation; campagne lanciate direttamente sui social come #20e30)
- promozione della devoluzione del 2x1000;
- coordinamento delle azioni nazionali del partito;
- sostegno alle iniziative di gruppi locali tramite strumenti gestionali (conto bancario del partito per la raccolta fondi, Nationbuilder per organizzare i volontari e campagne locali, software di gestione delle campagne elettorali e delle attività porta a porta, budget per paid adv, etc.);
- sviluppo delle attività di deep canvassing (porta a porta) e di nuove campagne locali.
Per realizzare tutto questo, proponiamo che i dipendenti del partito assumano un ruolo più manageriale, che preveda il coordinamento dei militanti che dedicano il loro tempo, sia in sede fisica che virtuale, a +Europa, mettendo così a sistema il tempo e le competenze dei militanti disponibili.
Sarebbe utile, infine, predisporre dei certificati delle competenze assunte dai militanti (specie se giovani), affinché siano più motivati a dedicare il proprio tempo libero al partito.
+Europa deve ambire a essere il primo “partito digitale” in Italia. In questa definizione, digitale significa concretamente democratico (e.g. nei processi decisionali tramite votazioni telematiche), trasparente (e.g. nella condivisione di aggiornamenti via newsletter esterne e interne), interattivo, (e.g. nel dibattito con il pubblico tramite attività di community management): tutti aggettivi fondamentali
affinché +Europa liberi tutto il suo potenziale. Per questo motivo, ogni iscritto dovrebbe avere un login sul sito web attraverso cui:
- coordinare e/o partecipare a un gruppo, gestendo con facilità le comunicazioni interne;
- confrontarsi online con gli altri iscritti, discutendo le proposte in un apposito forum, ma anche organizzando incontri fisici o virtuali dove discutere a voce;
- registrare e catalogare le iniziative realizzate per +Europa, o quelle a cui ha partecipato;
- accedere ai database di elettori e potenziali sostenitori, nel rispetto della normativa sulla privacy, se autorizzato a trattare i dati per una campagna elettorale, di raccolta fondi o di sostegno al 2x1000;
- accedere a materiali e contenuti formativi messi a disposizione dal partito;
- partecipare a consultazioni interne indette dalla Direzione nazionale;
- sottoscrivere proposte avanzate da altri iscritti;
- esprimere il proprio voto ai congressi del partito.
+Europa dovrebbe moltiplicare le attività di formazione politica per iscritti e simpatizzanti, sia organizzando eventi di formazione come scuole di politica, sia facendo una rassegna di opportunità culturali e formative in merito alle tematiche più importanti per il Paese (pubblica amministrazione,
economia, diritto, etc.), specie se promosse autonomamente da attivisti di +Europa.
Non può mancare, infine, una formazione all’euro-progettazione, una competenza fondamentale per gli amministratori locali, al fine di colmare una delle principali lacune della classe dirigente italiana:
l’incapacità di utilizzare virtuosamente i fondi europei a nostra disposizione.
La politica non può essere improvvisata. Per fare politica servono competenze organizzative, relazionali e comunicative. Non tutti hanno l’opportunità di apprenderle nel proprio percorso accademico o professionale: per questo, proponiamo di avviare corsi di formazione per avvicinare gli attivisti di ogni età a temi quali leadership, project management e public speaking. Questo significa
investire sul capitale umano del partito, per avere un ritorno di medio termine in personale politico preparato, competente e capace di rappresentare degnamente +Europa sui territori.
3. Comunicazione
+Europa deve sviluppare una strategia comunicativa. Al momento, i canali del partito sono operativi in modalità esclusivamente reattiva, commentando fatti di attualità – peraltro spesso in modalità da tifoseria o da avvoltoio, più che in modalità propositiva – e riportando veloci aggiornamenti sulle campagne del partito e sulle attività parlamentari. La copertura mediatica nazionale è inferiore alle due uscite settimanali su testate di circolazione nazionale (e spesso in quanto “partito di Emma Bonino”). L’engagement dei follower su Instagram inferiore allo 0,01%3, sinonimo di incapacità di utilizzare determinati canali, nonché di assenza di strategia: se una strategia ci fosse, sarebbe orientata primariamente al miglioramento di questa percentuale, in calo da mesi. Per fare un confronto, la percentuale dell’account di Fratelli d’Italia si attesta all’1,35%.
La nostra proposta di comunicazione ha due obiettivi principali:
- rendere +Europa più riconoscibile in quanto partito liberale, non solo in quanto “partito della cannabis”, “partito di Emma Bonino”, tantomeno in quanto account di post umorali e sarcastici o critici dell’attività di altri partiti;
- aumentare il coinvolgimento e “convertirlo” in nuovi iscritti ed elettori.
I contenuti nazionali (leggasi comunicati stampa, post e video per i social, articoli sul sito, interventi in podcast) dovranno essere scritti e pubblicati secondo un piano editoriale che, se non mensilmente presentato in sede di Segreteria o Direzione, dovrà essere quantomeno accessibile a tutti i membri di tali organi, e.g. Hootsuite o Google calendar.
+Europa dovrebbe comunicare per proposte e aggiornamenti, non per format. Attualmente, il partito usa i social in modalità “follower” di tendenze, invece di sfruttarli per fare rete e affermarsi come punto di riferimento su determinate tematiche. Avere un account TikTok non equivale a raggiungere i giovani, e avere grafiche vivaci non equivale ad avere un buon engagement. +Europa manca principalmente di 1) un’attività di community management, con moderazione dei commenti e risposta a proposte e critiche; 2) un’attività di ufficio stampa rendicontata, con invio proattivo di note stampa non circoscritte al dibattito ad personam, bensì alle attività parlamentari e alle campagne nazionali, e recall ai giornalisti in ottica di reputation management; 3) un’attività di reach strategica basata sulle audience in-target e/o specifiche temporalmente, ad esempio gli studenti universitari durante la campagna #iovotofuorisede, e non, come attualmente accade, basata sui canali.
Non tutti i contenuti sono adatti a tutti i canali, e non basta adattare il format per rendere un contenuto efficace in termini di costruzione di consenso. Proprio in questo senso, il partito dovrebbe dare visibilità ai temi programmatici sulla stampa, riducendo i quote e i personalismi dei “soliti (ig)noti”, aumentando invece la presenza di volti sconosciuti ma positivi ed esemplari sui feed social. Pubblicare la foto di un membro di giunta comunale iscritto a +Europa con la storia di un’iniziativa è una tattica vincente, pubblicare una foto di Meloni per criticarla non è una tattica, è bagarre.
In quattro anni di attività, nessun report sulle attività di comunicazione o sugli esiti di una campagna specifica è stato condiviso con l’Assemblea, tantomeno con la Direzione o la Segreteria.
Riteniamo che i membri di tali organi debbano ricevere update periodici in merito, per responsabilizzare gli addetti alle attività di comunicazione e spronarli all’ottimizzazione dei KPI, e anche per avere una visibilità aggiornata sulla reputazione del partito e sul “buzz” intorno ad esso.
+Europa dovrebbe inoltre misurare il rapporto tra investimenti comunicativi e riscontro concreto ottenuto (engagement; sentiment; numero di iscritti; numero di devoluzioni al 2x1000, base elettorale), specie per quanto riguarda le spese per le campagne elettorali e/o per l’organizzazione di grandi eventi.
Considerata la presenza statutaria di gruppi locali, +Europa non può più prescindere dalla divulgazione di un manuale di comunicazione per assicurare coesione e coerenza tra tutti gli account che ne riportano il nome e il logo. Il manuale dovrà includere:
- linee guida lessicali e contenutistiche, comprensive di tono di voce, manifesto valoriale e allow/deny list di parole da preferire e parole da evitare;
- linee guida visual, comprensive di indicazioni per l’uso del logo e della palette di +Europa, nonché regole per la creazione di simboli locali in campagna;
- linee guida sulla creazione e amministrazione di profili social a nome di gruppi locali, che dovranno essere dichiarati al nazionale e che dovrebbero seguire le linee guida formali e di contenuto sviluppate ad hoc per ogni canale;
- definizione di quali canali possono essere gestiti localmente (in questa sede si propone esclusivamente Facebook, spazi Google, e gruppi WhatsApp) e quali invece rimarranno esclusivamente nazionali, convogliando contenuti locali in raccolte tematiche per “massimizzare” l’engagement di un canale unico (per esempio su YouTube e Instagram), invece di disperdere energie in decine di profili poco seguiti e con nulla da dire, se non il repost della campagna nazionale;
- un vademecum per le relazioni con la stampa a livello regionale;
- un vademecum per la comunicazione in campagna elettorale;
- un vademecum per le attività di deep canvassing a livello locale;
- un mini-kit con le più importanti informazioni burocratiche in tema di comunicazione (email, GDPR e informative, attività paid, sponsorizzazioni).
A livello prettamente contenutistico, +Europa comunica troppo per “emozioni” (slogan veloci e superficiali, temi bollenti e che suscitano indignazione, insistenza sui diritti e assenza di pragmatismo), e soprattutto non comunica in modo chiaro le proprie posizioni in materia economica e ambientale.
Partiti di aree politiche affini hanno presentato un piano strutturato per investimenti italiani di Next Generation Eu. Purtroppo, l’attività propositiva di +Europa su questi temi si è rivelata molto carente e limitata a quale slogan lanciato sui social, seguito da richieste di approfondimento tematico da parte del pubblico mai soddisfatte. Questa mancanza dipende dalla mancanza di un lavoro continuo e strutturato di stesura di documenti programmatici e proposte di legge.
Per questo motivo, proponiamo la creazione di un centro studi di +Europa, che dovrà coinvolgere iscritti competenti su materie specifiche, oltre che esperti non iscritti al partito, a cui +Europa chiederà disponibilità per redigere proposte in materia socioeconomica, energetica e giuridica. Nello specifico, entro fine 2023, il partito dovrà aver prodotto almeno 20 pagine programmatiche (tra articoli, memorandum, note stampa e paper) su ognuno dei seguenti temi:
- imprese e fisco
- politiche energetiche
- sviluppo sostenibile
- produttività e ambiente
- politiche occupazionali
- politiche demografiche e relative a immigrazione ed emigrazione
- riforma delle istituzioni europee e federalismo europeo
- riforme costituzionali
- pubblica amministrazione
- istruzione dell’obbligo
- università e ricerca
- salute pubblica e sanità
- parità di genere e politiche famigliari
Questa attività renderà le nostre proposte più variegate e riconoscibili da diversi gruppi di portatori di interesse ed elettori, al contempo alimentando la nostra presenza mediatica e aumenterà la qualità dei post dei feed social di +Europa, avendo come esito finale il raggiungimento di persone che seppur non riconoscendosi completamente nel programma o nei valori di base del partito, sentano rappresentate le proprie istanze principali, e si convincano a votarci.
4. Unione delle forze liberali
A partire da dicembre 2017, +Europa è stato l’unico baluardo alternativo ai sovranismi, allo statalismo e alla pericolosa diffusione di una mentalità illiberale e antiscientifica nella società italiana. Alle elezioni 2018, +Europa é stata l’unico partito a riconoscersi apertamente nella famiglia dei Liberali e Democratici Europei (ALDE), portando avanti proposte avanzate per la difesa dello stato di diritto e delle libertà civili, nonché un vasto programma di riforme economiche, definito dall’Osservatorio dei Conti Pubblici di Carlo Cottarelli “il programma più sostenibile dal punto di vista finanziario”.
Con la caduta del Governo Conte I, tuttavia, abbiamo assistito alla nascita di due partiti a noi affini: Azione di Carlo Calenda e Italia Viva di Matteo Renzi. Oltre a queste, sono tantissime le micro-sigle che nel corso degli anni hanno promosso iniziative liberali nel nostro Paese. Tuttavia, un vero e proprio partito liberale ha sempre faticato a prendere piede. È assente un soggetto capace di riassumere e coordinare i riferimenti liberal democratici europei e radicati nel territorio, che sia messo a disposizione di tutti i cittadini, in tutti i comuni, come infrastruttura di partecipazione democratica rappresentativa dei cittadini che si riconoscono nelle proposte e nei valori “libdem”.
Oggi, a meno di due anni dalle elezioni europee, +Europa ha la responsabilità di creare le condizioni perché la nostra proposta e le nostre energie vengano messe a sistema con quelle dei partiti a noi vicini, per sconfiggere lo spettro del voto utile e offrire un’alternativa di governo credibile e convincente. In vista del terzo Congresso nazionale di +Europa, è fondamentale chiarire come intendiamo relazionarci con i nostri potenziali alleati, come la federazione Azione-Italia Viva.
Secondo noi, +Europa deve assumere un ruolo di primo piano nel riavviare la collaborazione con le forze vicine al gruppo Renew Europe al Parlamento europeo. Cresciamo rafforzando il nostro essere componente ALDE party, con tutto il valore aggiunto di aver la persona, con le sue libertà e scelte, al centro del nostro messaggio.
Solo così diventeremo una forza politica che potrà essere tra i protagonisti di una costituente liberaldemocratica per un partito unico, processo che partirà da una lista unica delle forze libdem alle elezioni europee, ma che non si esaurirà con questa scadenza.
Vogliamo lavorare per presentare un’unica lista alle prossime elezioni europee. Perché ciò avvenga, +Europa deve individuare i partiti con cui affrontare questa sfida. Per questo motivo, fin da dopo il congresso di +Europa, si evidenzia la necessità di preparare un’unica lista. Analizziamo di seguito i potenziali partner elettorali di +Europa:
il cosiddetto “terzo polo” è il nostro alleato naturale, con il quale dovremo riprendere un dialogo fin da subito perché quello che ci unisce é molto più forte di quello che ci divide. Fino a pochi giorni prima della rottura con Calenda ad agosto 2022, +Europa e Azione collaboravano proficuamente e con un programma elettorale comune. Un incidente di percorso, seppur grave, non può separare perennemente due comunità politiche unite da valori e visione comune sulla maggior parte delle proposte. Nel caso di Italia Viva, rivendichiamo con orgoglio la stagione di riforme economiche, istituzionali, e dei diritti civili, promossa dal Governo Renzi, all’interno del quale Carlo Calenda era Ministro dello Sviluppo Economico e Benedetto Della Vedova Sottosegretario di Stato agli Affari Esteri. Anche ripartendo dalla capacità di fare squadra dimostrata negli anni precedenti, +Europa, Azione e Italia Viva possono collaborare per riportare una nuova agenda di riforme nelle istituzioni.
la difesa dell’ambiente è cruciale nell’agenda di +Europa. La necessità di difendere i beni comuni, l’importanza della responsabilità individuale nella tutela dell’ecosistema, le conseguenze sempre più evidenti dell’impatto antropico sul pianeta: sono tutti argomenti centrali per una proposta politica capace di affrontare le sfide del presente. Per questo motivo, una proposta liberale oggigiorno non può che essere anche ecologista. Allo stesso tempo, +Europa, prima di riflettere su potenziali alleanze, deve definire in maniera chiara le proprie posizioni sulle politiche ambientali. Secondo noi dovrebbero essere queste:
- sì netto a OGM ed energia nucleare;
- metodo scientifico e decisioni basate sull’evidenza, senza dare spazio a ciarlatani ed esperti improvvisati;
- più fondi alla ricerca e all’innovazione scientifica, comparando costi e benefici;
- sì al progresso, grandi opere e infrastrutture strategiche energetiche e viabilistiche (TAP, TAV…);
- sì allo sviluppo sostenibile attento alla produttività dei fattori della produzione, non in ottica di decrescita felice;
- sì a una tassazione europea delle emissioni di CO2, come proposto dall’iniziativa www.stoglobalwarming.eu;
Per questo motivo, ogni potenziale progetto con altri partiti ambientalisti deve essere costruito tenendo saldi i punti programmatici di cui sopra, affinché agli elettori arrivi un messaggio chiaro e coerente.
con la Segreteria di Enrico Letta, il PD ha provato a riposizionarsi al centro per attrarre maggiormente l’elettorato moderato, ma il partito si è amalgamato con il Movimento 5 Stelle, con cui ha formalizzato un’alleanza a tutti i livelli.
Per il resto, con la vittoria elettorale della destra sovranista – seppur europeista dell’ultim’ora – e con le dimissioni “a scoppio ritardato” dello stesso Letta, è storia. Per questo motivo, si rende ancor più importante coalizzare fin da subito tutte le forze libdem, in quanto questo sarebbe l’unico modo per incentivare il PD a rendere la sua offerta politica più riformatrice e meno statalista, grazie all’effetto che la sana competizione di un polo liberale avrebbe sul sistema partitico nazionale.
Non dobbiamo guardare ai loghi degli altri soggetti politici ma, laicamente, all’agenda che intendono portare avanti.
il polo liberale deve crescere in autonomia rispetto a PD e Forza Italia, pur mantenendo allo stesso tempo l’ambizione di aumentare a tal punto da diventare attrattivo anche per alcuni esponenti (o talune correnti) di Forza Italia, al fine di favorire una prospettiva elettorale dove +Europa, con gli altri partiti liberali, faccia da perno di un’alleanza di moderati ed europeisti che comprenda anche PD e Forza Italia. Solo dopo aver fatto crescere +Europa, sia autonomamente sia unendo le forze ai soggetti a noi affini, sarà sensato considerare PD e Forza Italia come potenziali alleati elettorali e di governo.
le forze liberali riunite da +Europa e dagli altri soggetti della costituente lib-dem, dopo aver partecipato alle elezioni europee, saranno pronte a riunirsi in un unico grande partito. Il partito che darà voce all’Italia del lavoro, dell’innovazione e della libertà.
Perché ciò avvenga, sarà necessario definire preventivamente le regole organizzative e l’identità del nuovo soggetto politico. L’inaugurazione del partito potrà avvenire con primarie aperte per scegliere la leadership.
Dovrà essere un partito popolare e di massa, capace di coinvolgere centinaia di migliaia di cittadini in tutto il Paese. Per questo oggi serve riformare e rilanciare +Europa: perché +Europa dovrà essere il modello di partito aperto, democratico e contendibile su cui costruire nuovi progetti partitici o aggregazioni future.
Questo potrà avvenire solo con una +Europa forte di nuovi e rinnovati consensi, nonché di coesione interna, vera protagonista del panorama politico italiano ed europeo.